Emilie

by admin fsg

BRUNO CATALANO (1960 – )
Emilie
Bronzo patinato
h. 170 cm – ed. 8/8
Eseguita 2017

Il viaggio come metafora della vita e la valigia come unico oggetto materiale da portare con se, dentro la quale conservare le proprie esperienze. Questo è il focus che l’artista franco-marocchino (ma di chiare origini italiane) Bruno Catalano vuole indagare nella sua serie Voyageurs, di cui la scultura di Fondazione Sorgente Group è parte.

E il viaggio è un aspetto fondamentale della vita di questo artista. Nato in Marocco, si è trasferito da adolescente a Marsiglia, successivamente da ventenne si è imbarcato per 3 anni come marinaio. Completamente autodidatta, Catalano si avvicina alla scultura studiando le opere di Rodin, Giacometti e César, per assimilarne i segreti per poi personalizzarli, stravolgerli, frantumarli. Nei suoi intenti, lo scultore si lascia ispirare dalla realtà quotidiana, i modelli dei suoi viaggiatori sono persone reali che fanno parte della sua vita: la ragazza protagonista di questa scultura è difatti sua figlia, Emilie.

Ogni persona è accompagnata dal suo bagaglio che lo identifica e lo caratterizza, come fosse un’estensione della personalità. Il businessman porta una valigetta 24 ore, mentre il musicista una custodia per chitarra. La valigia diviene così il fulcro della scultura, rivela il personaggio e ne rafforza la peculiarità. E soprattutto racchiude in sé e unisce le diverse parti di un viaggiatore (e non solo metaforicamente). A proposito dell’importanza del bagaglio, lo stesso artista in un’intervista precisa: “Nella valigia dei viaggiatori ci sono ricordi, nostalgia, il peso della vita, i vincoli.. ma anche la speranza, l’orgoglio e il desiderio di vivere”.

Nonostante le sculture di questa serie abbiano tutte una tiratura di 8 esemplari (più due prove d’artista), in realtà sono diverse tra loro, rese uniche da piccoli particolari che emergono da un’attenta osservazione. Tutti i personaggi sono dettagliatamente vestiti in maniera ricercata, con mocassini e orologi ai polsi. Non sono quindi figure assimilabili ai flussi dei migranti che dall’Africa attraversano il Mar Mediterraneo, ma come quest’ultimi, anche i Voyageurs di Catalano sono alla ricerca di una nuova vita, anche se non materiale. Per loro il cambiamento è puramente interiore. Questi globe-trotters sono quindi alla ricerca del significato dell’esistenza umana, che intendono raggiungere attraverso l’esperienza del viaggio, per colmare una mancanza che li squarcia da dentro. Letteralmente. Un vuoto che l’artista rende ben visibile nelle sue sculture, attribuendogli però un ulteriore significato: quello di fondere e allo stesso tempo confondere questi personaggi con il paesaggio circostante, facendoli divenire parte integrante dell’ambiente. In perfetta armonia con il mondo che attraversano, come dovrebbe essere lo spirito di un vero viaggiatore.