Tevere: pittori del passato per riscattare il presente

by admin fsg

I quadri del ‘700 della collezione Mainetti raccontano la simbiosi proficua di Roma col suo fiume che oggi soffre invece dello scempio nel quale è stato abbandonato nell’ultimo decennio

Oggi il Tevere viene lasciato morire fra cumuli d’immondizia, bottiglie rotte, piccoli accampamenti dei “senza dimora”, in passato è stato, invece, uno dei protagonisti della storia di Roma e lo troviamo raccontato nelle opere di diverse epoche, insieme alla vita cittadina che lo circondava e rallegrava. Le immagini della sua storia lontana diventano così un ricordo silenzioso, ma efficace, per riscattare il Tevere dallo scempio in cui è stato abbondonato nell’ultimo decennio.

La collezione formata da Valter e Paola Mainetti, denominata Collezione M, conserva capolavori con raffigurate vedute romane, che consentono di compiere un tuffo nel passato e ripercorrere il fluire del Tevere nel centro dell’Urbe.

Attraverso i dipinti il percorso inizia nei pressi di Ponte Cavour con l’opera di Anesi, Il porto di Ripetta, dove possiamo ammirare l’aspetto edilizio del porto inaugurato il 16 agosto 1704 sotto Clemente XI, di cui oggi non abbiamo più traccia. Il dipinto, di notevole valore artistico e documentario inconfutabile ci rimanda ad un passato oramai svanito. Come se si trattasse di una fotografia, Anesi riproduce fedelmente il porto di Ripetta, che disegnato da Alessandro Specchi (1668-1729) con la collaborazione di Carlo Fontana (1634-1714), fu costruito utilizzando materiali di spoglio provenienti dal Colosseo e servì all’approdo dei navigli provenienti dall’Umbria e dalla Sabina. Anesi riprende con grande dettaglio tutto il complesso organizzato su diversi livelli: nel centro dell’emiciclo c’è la fontana, detta del Navigatore (attualmente in piazza del Porto di Ripetta), abbeveratoio degli animali da soma impiegati nel trasporto delle mercanzie, mentre ai due lati si ergono le due colonne che segnalavano il livello del fiume durante le alluvioni. Il punto di vista centrale della scena consente all’osservatore di individuare la chiesa di San Girolamo degli Schiavi al centro, oggi San Girolamo dei Croati, alla sua destra la Dogana di Ripetta, e all’angolo opposto, l’ingresso laterale terrazzato del Palazzo Borghese, già allora soprannominato il “cembalo Borghese”.

Seguendo il corso del Tevere ci viene in aiuto l’opera di Locatelli, Veduta del Tevere presso Castel Sant’Angelo, (opera di Fondazione Sorgente Group) dove attraverso i suoi occhi possiamo ammirare la possente fortezza che irrompe nel paesaggio, affacciandosi sul fiume, mentre pescatori e pastori trascorrono la giornata sotto la custodia degli angeli del ponte che Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) restaurò nel 1703. La stessa veduta viene ripresa anche dal suo coetaneo Anesi, che nella sua versione, Il Tevere presso Castel Sant’Angelo, aggiunge vicino alla riva, uno dei tanti molini per la macina del grano collocati sul corso del Tevere.

Proseguendo lungo il fiume attraverso le due sponde delimitate da via Giulia da un lato e via della Lungara dall’altro (che Giulio II fece aprire per migliorare il collegamento tra il borgo di Trastevere e San Pietro), il dipinto di van Lint, Veduta del Tevere presso San Giovanni dei Fiorentini, presenta una visuale del Tevere con protagonista la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, prima del rifacimento in travertino della nuova facciata (1734-1738), concepita da Alessandro Galilei, come si può vedere oggi. Van Lint con incredibile precisione e attenzione al dettaglio e seguendo lo stile e il pennello del suo maestro van Wittel, riprende i monumenti presenti consentendoci di apprezzare l’urbanizzazione e l’edilizia della riva sinistra del fiume. Qui si identificano i resti del Ponte Trionfale, quasi sommersi dal fiume, il Palazzo Salviati, la Villa Lanti e nella lontananza, Villa Corsini, trovando somiglianze con Vestigie dell’antico ponte Trionfale di Giuseppe Vasi (1734).

Ammirando il dipinto, La Cloaca Massima a Roma di Ettore Roesler Franz (1845 – 1907), pittore rinomato per la sua serie “Roma Sparita”, possiamo seguire il corso del Tevere fino all’antico sbocco della Cloaca Massima, situato sotto la chiesa di Santa Maria in Cosmedin e il Tempio di Ercole vincitore, quando alla fine del XIX secolo il livello del Tevere lo copriva in gran parte. Nelle vicinanze, si trovava il porto di Ripa Grande rappresentato nell’altra opera di Anesi, San Michele a Ripa. Nel dipinto possiamo scorgere la doppia rampa dell’antico porto di Ripa, fatto costruire nel 1692 durante il pontificato di Innocenzo XII e ancora oggi esistente, ma protagonista della scena è il Complesso di San Michele, edificio di grandi dimensioni, completato nel 1735, che accolse il carcere delle donne, l’ospizio di fanciulli e in un livello inferiore magazzini; sulla sinistra vediamo la Dogana Grande.

Sulla riva del fiume sono rappresentate le intense attività del porto, dove attraccavano le navi provenienti dal mare. In un altro dipinto, Veduta del Tevere presso l’Aventino, Anesi riesce a catturare entrambe le sponde del Tevere in un’unica angolazione osservandolo da sud ovest: sulla sponda destra si riconoscono i granai di Ripa Grande e l’Arsenale che fece erigere papa Clemente XI (1715), mentre sulla sinistra, il monte Aventino con la chiesa di Santa Maria che Piranesi modificò verso il 1765. Una veduta panoramica dello stesso monte viene realizzata anche da van Lint, Veduta del Tevere verso l’Aventino, aumentando la visione d’insieme e utilizzando la prospettiva opposta da nord. Utilizzando lo stile minuzioso che caratterizza le sue vedute, il pittore ritrae le costruzioni della riva destra mostrando il campanile della chiesa di Santa Maria in Cappella ed anche della riva sinistra del Tevere, conosciuta come la Salara. Qui tra i numerosi dettagli si scorgono maestose le mura di Rocca Savella che proteggono la basilica di Santa Sabina, il complesso del monastero di San Alessio e a seguire il Priorato di Malta, che ancora oggi si conservano.

Sempre sulla riva sinistra sotto la terrazza del Giardino degli Aranci, uno dei belvedere più belli di Roma, si trova anche la sede della Fondazione Sorgente Group, voluta e presieduta da Valter Mainetti con la preziosa collaborazione della Vicepresidente Paola Mainetti.